martedì 8 dicembre 2009

…Egli tende a pensare che se quella cosa, oggetto del suo desiderio, gli fosse garantita per il resto della sua vita sarebbe perfettamente felice e non desidererebbe nessuna cosa di più (non vi fa pensare questa cosa? Non vi viene niente in mente? l’amore forse? :D) la sua stessa vita tende ad essere definita in termini di quella cosa. Nessun altra cosa è reputata cosi importante. Per il nostro uomo, cronicamente ed estremamente desideroso di avere quella cosa, l’utopia è un luogo dove semplicemente quella cosa è sua. Egli sogna quella cosa, ricorda quella cosa, pensa a quella cosa, è motivato solo da quella cosa, percepisce solo quella cosa e vuole solo quella cosa. Tutto il resto passa in secondo piano, diventa di secondaria importanza. (il termina “cosa” è volutamente ripetuto fino alla nausea).
Morale della favola? Adesso arrivaaaa!
…Un bisogno soddisfatto non motiva più. E l’organismo è dominato ed il suo comportamento organizzato solo dai bisogni non soddisfatti. Questo può emergere di nuovo se viene a mancare la condizione di soddisfacimento, altrimenti lo si da per scontato come adempiuto (moglie? Casa? Amore? Ah?? Che ne dite??)
Traete pure le vostre conclusioni, io ho tratto le mie.

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